Secondo la psicoterapeuta Gianna Schelotto (autrice di fortunati saggi quali Matti per sbaglio, Il sesso, probabilmente e il recente E io tra di voi - Le amanti e le loro illusioni), la diversa concezione del sesso e dell'amore da parte di uomini e donne risalirebbe a quel periodo della vita in cui si è da poco usciti dall'infanzia, ma non si è ancora entrati nell'adolescenza. E narra, la Schelotto, per spiegarsi, un aneddoto illuminante. Ci sono due bambini, un maschietto e una femminuccia, i quali, giocando, ad un certo punto cominciano a rotolarsi, abbracciati, nell'erba. Entrambi provano piacere, con una differenza, sostanziale. Nel bambino quel particolare piacere trova un immediato riscontro nell'erezione, per cui egli è portato a pensare: «Questo è sesso». Nella bambina, invece, il piacere non si estrinseca in alcuna reazione fisica, rimane, per così dire, qualcosa di intimo, per cui ella penserà: «Questo è amore».
Se le cose stanno come sostiene la Schelotto, è una bella fregatura per entrambi. Giacché tale diversa interpretazione dello stesso fatto (il piacere del rotolarsi abbracciati), porterà i due a mettere in atto comportamenti che non andranno affatto nella stessa direzione. Per cui l'uno, non trovando riscontro, nell'altra, alle proprie azioni, si chiederà: «Ma perché non mi capisce?». E l'altra, che parimenti non riceverà conferme al proprio agire, allo stesso modo si domanderà: «Ma perché non mi capisce?». Irrimediabilmente destinati a non comprendersi, a fraintendersi, per il resto della loro vita.
Da tutto ciò deriverebbe l'assunto secondo il quale gli uomini sarebbero portati a dare amore per ottenere sesso, laddove le donne elargirebbero sesso per ricevere in cambio amore.
Ma sarà davvero così? O, quantomeno, sarà ancora così? Davvero le donne per andare a letto con un uomo devono esserne innamorate? E davvero gli uomini, al primo albeggiare, pensano solo a svignarsela mentre la donna con cui hanno passato la notte ancora dorme? Perché l'impressione è che sempre più donne, perfettamente coscienti del proprio ruolo sociale, danno sesso per ricevere sesso, mentre sempre più uomini, spaventati, insicuri e rintronati, si ritrovano a dare amore per ricevere amore.
Anche questo è un segno dei tempi che cambiano. D'altronde, ora che non esistono più le mezze stagioni, ci si può stupire?
Da tutto ciò deriverebbe l'assunto secondo il quale gli uomini sarebbero portati a dare amore per ottenere sesso, laddove le donne elargirebbero sesso per ricevere in cambio amore.
Ma sarà davvero così? O, quantomeno, sarà ancora così? Davvero le donne per andare a letto con un uomo devono esserne innamorate? E davvero gli uomini, al primo albeggiare, pensano solo a svignarsela mentre la donna con cui hanno passato la notte ancora dorme? Perché l'impressione è che sempre più donne, perfettamente coscienti del proprio ruolo sociale, danno sesso per ricevere sesso, mentre sempre più uomini, spaventati, insicuri e rintronati, si ritrovano a dare amore per ricevere amore.
Anche questo è un segno dei tempi che cambiano. D'altronde, ora che non esistono più le mezze stagioni, ci si può stupire?
11 commenti:
Gianna Schelotto è una degna esponente di quel saggismo pseudoscientifico in salsa rosa, inaugurato con successo di lettori (e soprattutto di lettrici) da quel genio fin troppo comprensibile che risponde al nome di Francesco Alberoni. Quest'ultimo aveva già affrontato la questione, ne L'erotismo, con la stessa dovizia di stereotipi, luoghi comuni, equazioni di primo grado e aneddotti "illuminanti".
Seguendo il filo della profonda riflessione di Schelotto, dal momento che la sessualità dei bambini è proverbialmente 'indistista', supponiamo per un momento di andare oltre la dimensione eterosessuale (quella che non è minimamente immaginabile per certe lettrici di Grazia, in anticamera dalla parrucchiera), e che a rotolarsi sull'erba siano due bambini dello stesso sesso. Se si tratta di due maschietti si comprenderanno perfettamente perché - grazie alle loro reciproche erezioni - sarà stato nient'altro che sesso. Analogo è il caso di due femminucce che, poverine, non avendo tratto da quel contatto nessun piacere fisico, si comprenderanno anche loro perfettamente e decideranno insieme che quello è Amore. Diamo a entrambe le coppie il tempo di crescere e scopriranno i libri di Gianna Schelotto...
eh che romanticone... si capisce dall'immagine scelta per presentare il post!!!
Certo che sono un romanticone. È l'altro «tenutario» del blog ad essere un irriverente senza cuore: non a caso Ippolito è un fan sfegatato della sardonica coppia formata da Ciprì e Maresco...
Caro Vincenzo, bell’argomento, interessante. Nessun "parruccone" ideologico intellettuale, sterile e quasi mai comprensibile per i "comuni mortali", ma vita, vita vera, reale. E se i parrucconi si associano sempre a delle maschere, quelle che celano le debolezze umane, si può sostenere che spesso l'eccessivo intellettualismo (tipico della categoria dei giornalisti), sia sinonimo di insicurezze, sessuali in primo luogo.
Hai lanciato un argomento tabù per la maggior parte dei tuoi colleghi depressi (ma un po’ depresso lo sei anche tu, quindi non ti cazzeggiare tanto), che spesso vantano una "virilità mentale", che tende a compensare la frustrazione sessuale.
E' assai divertente carpire le debolezze altrui (è anche una pretesa narcisistica, ma il narcisismo è socialmente utile se correttamente incanalato) e "penetrare", perdonate, volevo dire inserire (evitiamo altri equivoci), sardonicamente il dito nelle piaghe dell'anima.
Molto politicamente scorretto, mi piace.
L'incomprensione tra uomo e donna risale alla notte dei tempi, e non saremo certo noi a risolvere questo atavico enigma (tanto meno su questo blog), dovuto certo essenzialmente ad una differenza sessuale biologica, ma anche ad un retaggio culturale che ha influenzato i comportamenti umani nel corso dei secoli.
"L'AMORE E’UNA COSA MERAVIGLIOSA", ci siamo sentite ripetere sin da bambine, e nel nome dell'amore molte di noi hanno digiunato, sospirato, patito. Ma dopo innumerevoli delusioni ed incomprensioni, le più furbe hanno capito che non basta certo un bacio per trasformare una "bestia" in principe azzurro e neanche cospargersi di cenere per diventare principesse. Anche le fiabe infatti dovrebbero adeguarsi ai tempi, perché con le aspettative che propinano, fanno incorrere qualcuna nel rischio di rimanere zitella e decrepita, ancora alla ricerca spasmodica del principe di turno che se la pigli. Insomma, abbiamo consapevolizzato finalmente che questo principe azzurro agognato spesso è un "pinocchio" frustrato e mascherato, che adesso non ci frega più! Abbiamo altro a cui pensare: la carriera, i figli e la compagna lesbica, che sopperisce alle manchevolezze maschili. Così molte tra noi (sia chiaro, non sono lesbica, ma non si sa mai...) hanno rivalutato la strega di "Biancaneve", che furbescamente eliminava le rivali che le rubavano la scena, soggiogando il cacciatore (personaggio metaforicamente utilizzato per designare i maschi della specie umana, ma erano altri tempi) alla sua volontà, seppur omicida, ma il fine giustifica i mezzi. Perché se è vero che esistono 7 donne per ogni uomo sulla terra (cari maschietti, siete nati davvero con la camicia) è altrettanto vero che il 50% dei maschi è omosessuale o indeciso, l'altra metà è già impegnato o depresso, e se è depresso non scopa, povere noi! Per noi è una gran fatica, sin dalla nascita. La prima rivale in amore è nostra madre, che non ci permette di scoparci nostro padre; ‘sta stronza! Poi ci sono le veline di "Striscia la Notizia" e tutte le altre bellone patinate, mortacci loro! Così un po’ per invidia, un po’ per frustrazione, rivendichiamo la nostra sensibilità superiore, la nostra arguta intelligenza, diventiamo manager, giornaliste o avvocati e pretendiamo una parità di sessi che spesso ci rende delle vere schifezze, perché per mancanza di tempo, dato che siamo tutte prese a scrivere sul blog, non ci depiliamo più le ascelle e non ci compriamo le mutande di pizzo, che piacciono tanto all’altro sesso e ci incacchiamo facilmente prendendo i nostri maschietti a male parole. Così poi arriva la prima stronza con le mutande di pizzo trasparenti che ce li soffia sotto i baffi (perché non ci leviamo più neanche quelli). Infine, dobbiamo fare i conti anche con la nostra più acerrima nemica, orca assassina assetata di sangue e di vendetta: nostra suocera, mascherata da dolce mammina che prepara deliziosi manicaretti, al confronto dei quali, le nostre cene a base di tonno in scatola e “Quattro salti in padella Findus”, arrangiate dopo una giornata di frenetico lavoro, non saranno mai all’altezza. Proprio lei, la “mamma”, che per ogni uomo è l'unica, ineguagliabile icona di sensualità e bellezza, anche se spesso è tracagnotta, con i baffi più folti dei nostri e la foresta tropicale sulle gambe, specie in Sicilia, e non soltanto a causa del clima.
Insomma avete capito: mamma mia che sfacchinata, molto meno faticoso diventare lesbiche!
Beh, è un vero peccato, stiamo dimenticando ciò per cui madre natura ci ha creato: la seduzione, l'accoppiamento, molto più romantico di qualunque figura retorica. "Brutta porca - penseranno adesso le bigotte - e l'amore?".
L'amore è un concetto astratto (appunto una figura retorica), probabilmente creato dall'uomo come difesa alla monotonia della vita e come difesa alle incomprensioni citate nel post. Ma questo è soltanto il mio punto di vista, non è una legge universale, quindi state tranquilli. Tuttavia, concordo nel definire l'amore una fantastica illusione, un sogno, e soltanto nei sogni l'uomo può essere davvero libero.
Quindi non ci rimane altro che vivere, di passioni ed illusioni, ideali ed incomprensioni, ma comunque vivere, non sopravvivere, assaporando la vita per quella che è realmente.
Concludo, spezzando una lancia a favore degli uomini (giusto per non passare per la solita femminista, agnostica e di sinistra): care donne, ricordiamo che ancora gli uomini servono (se non altro per la riproduzione), e forse dovremmo smettere di odiarli solo perché spesso odiamo i nostri padri o perché non sono come noi li vorremmo, cioè perfetti, solo perché li abbiamo messi al mondo noi. Caricandoli di aspettative li confondiamo, li facciamo diventare “brutti” o "intellettuali", il che è peggio. Perché non proviamo ad amarli per quello che sono veramente? Fragili, insicuri, bellissimi, proprio come noi!
A proposito delle due pecorelle che si “amano”, vorrei affermare che a mio avviso è un’immagine molto romantica. Non c’è nulla di più perfetto e sentimentale della vita nella sua reale essenza e sobrietà. Complimenti per la scelta.
P.S. Caro Protociccius, ma cosa vuoi dire? Io non capisco una mazza di ciò che scrivi. Perdona l'ignoranza, ma... Non vorrei ribadire un luogo comune, ma davvero per voi maschi la psicanalisi è soltanto una menata new age?
e certo...ti pareva!!! mò due pecore che si ingroppano solo per l'istinto riproduttivo di cui la natura le ha fornite sono l'esempio...di che? dell'amore? Ma andiamo! semmai sono l'emblema del primo dei due termini del nostro paradigma: il sesso concepito come un'appagamento spicciolo dei sensi senza alcun sentimento. Ora non voglio andare a sindacare per forza sulla scelta della foto però mi sembra la prova lampante della concezione maschile dell'accoppiamento come puro atto godereccio finchè si ha voglia di "saltare la cavallina" e riproduttivo quando alcuni (la minoranza) raggiungono l'età della ragione e della maturità.
scusate nella fretta ho scritto un appagamento con l'apostrofo
A Fabiola: tra il mutuo per lo psicanalista e quello per la casa, ho scelto il secondo... Tu, verosimilmente, hai fatto il contrario...
All'anonimo (o anonima, più probabile): firmati. La pubblicazione dei commenti anonimi è una eccezione, non la regola. E la prossima volta, usa l'apostrofo rosa...
Cara Fabiola
sapessi quante volte io stesso non capisco una mazza di ciò che scrivo... Proverò comunque a spiegarmi meglio - se non altro per non avallare quell'idea di intellettuale snob, magari anche un po' "depresso", "frustrato" e in odore di misoginia, stigmatizzato dal tuo commento a proposito della razza eletta dei "maschi".
La psicoanalisi non è una "menata": c'è tutta una letteratura (non soltanto scientifica) a ricordarcelo. Sono i divulgatori telemondadoriani - forti di un generico titolo accademico e di un apparato mediatico-editoriale che li foraggia - a confezionare le loro remuneratissime "menate" e a parlare di sentimenti e di sesso come se parlassero, indifferentemente, di quotazioni borsistiche o dei tempi di cottura dei fusilli nella cucina mediterranea. Nella fattispecie, Gianna Schelotto dice alle donne quello che le donne (certe donne) vogliono sentirsi ripetere da secoli: la sia pure emancipata indole femminile è incline all'Amore Eterno e alla stabilità di coppia, a differenza di quella del maschio tipico che invece è una bestia da sesso, farfallone, infedele, incapace di riconoscere immediatamente tutte le sfumature sentimentali del caso. Tutta colpa di quella giocosa corsetta sull'erba? Può darsi. Ma è solo l'ennesima, misera variazione di un teorema che (a seconda del contesto) a me appare - al tempo stesso - ovvio, falso e dozzinale...
P.S. Anche io trovo romantica, oltre che provocatoria, l'immagine 'pecoreccia' scelta per illustrare il post.
Rivolgo un appello a tutti gli ometti che avranno la cortesia di leggere quello che ho scritto da anonima: qualcuno ha voglia di rispondermi per smentire le mie affermazioni precedenti? Ditemi che mi sto sbagliando!!! Che almeno una volta vi è capitato di amare una donna con il cuore, l'anima e non solo con il corpo. Che ogni gesto, ogni carezza voleva provarle che in quel momento, in quella situazione niente al mondo contava più di lei. E qui chiudo perchè mi sto avvicinando pericolosamente alle frasette sdolcinate dei baci perugina. Vorrei proprio saperlo: in fondo se lo chiede circa il novanta per cento della cosiddetta “altra metà del cielo”…
Cara Vittoria, non volevo sicuramente disincantarti. Nonostante le provocazioni che ho lanciato, credo fermamente che l’amore esista e che gli uomini siano sicuramente molto sensibili e ricettivi alla tenerezza. Ciò nonostante è vero che per molti di loro (tranne rare eccezioni), la passione amorosa sia fortemente condizionata dall’attrazione erotica, e non perché i maschi sono dei porci, svolgono solo una funzione biologica, ed è anche giusto che sia così, poiché la natura li ha creati per assolvere a questo compito, a volte “ingrato”. Però è vero anche che noi donne, spesso vittime dei sensi di colpa, causati da retaggi culturali, influenzati dalla religione, che prospetta la pudicizia femminile come difesa contro il peccato, spesso pensiamo di amare un uomo, quando invece per questo proviamo solo attrazione fisica. Quindi siamo noi che ci confondiamo e li confondiamo, poiché la forza biologica del maschio è spesso contrastante con la sua fragilità emotiva. L’uomo si affeziona alla donna, molto più di quanto una donna si appassioni ad un uomo, e più si sente desiderato da questa, tanto più egli la amerà di un amore più sincero del nostro, poiché scevro da qualunque influenza moralistica o religiosa.
Ti auguro di amare e di essere ricambiata, ma prima di amare qualcuno (dal momento che presumo tu sia molto giovane)dovrai sicuramente imparare ad amare molto te stessa (protociccius mi perdoni il luogo comune).
Per "dovere di cronaca" devo precisare che le riflessioni della Schelotto che ho sintetizzato nel mio post risalgono ad una conferenza del lontano 1987. Il primo libro mondadoriano della Schelotto, «Matti per sbaglio» (di cui consiglio la lettura al buon protociccius: vi troverà cose molte interessanti) è del 1989. «Porta a porta» esisteva solo nei sogni di Bruno Vespa...
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