Basta una faccia nuova ad incarnare una svolta generazionale ? Sembrerebbe di sì a giudicare dal quel che avviene in queste settimane. E poco importa se si tratta di candidati sottratti ai loro impegni professionali e calati in questo o in quel collegio ad interpretare un rinnovamento posticcio, dunque finto perché imposto «a tavolino».
Un’idea del «nuovo» - paradossalmente - imposta dal vecchio, e cioè da chi, in politica, c’è da trent’anni o giù di lì. Colpa, in gran parte, dello sconquassamento dei partiti tradizionali, mutati non solo nelle strutture ma anche nella loro essenza, non più laboratori di idee e progetti, pensatoi o luoghi di confronti, ma semplici strumenti di raggiungimento e gestione del potere, impedendo quel che avveniva un tempo, e cioè una naturale selezione della classe politica e dirigente. Il Pci ne fu l’esempio più straordinario, consentendo anche ad anonimi militanti di paese, di costruire percorsi politici dal basso.
Insomma, «a ridatece» De Mita piuttosto che fighetti da soap opera e femmine «fatali» buone solo per le copertine dei giornali.
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Nel 2005 l’onorevole Pippo Gianni (deputato uscente all’Ars), quando sedeva tra i banchi di Montecitorio, durante un dibattito d’aula sulle quote rosa, in un rigurgito di misoginìa, così sbottò: «Queste donne ci hanno scassato la minchia», a significare, con azzardata crudezza di parole, che non si poteva imporre, per legge, la presenza delle donne nelle liste, e che occorreva affidarsi al corso naturale delle cose.
Se ne riparla adesso - di donne - che si devono compilare le liste elettorali. E lo si fa con lo stesso approccio che gli ambientalisti hanno per la tutela delle specie a rischio. Penso che per prime le donne rifiutino questa meccanica selezione e la supposta specificità di «ruolo» che, in quanto tali, si vorrebbe loro attribuire.
Noi, che di Gianni condividemmo allora come oggi il senso di quelle parole, preferiremmo che, invece delle cooptazioni, si procedesse per selezione naturale. Pur rimanendo convinti – come scriveva Mark Twain che «l'umanità senza la donna sarebbe scarsa. Terribilmente scarsa».
Nino Ippolito
8 commenti:
Caro Nino Ippolito,
condivido in pieno le tue osservazioni. Non ne possiamo più di donne fresche fresche di parruccheria strappate ai fornelli e messe in lista come pezzi d'antiquariato. Penso che la donna abbia una innata predisposizione per tutto ciò che è lavoro manuale (risparmiatevi le ironie...)e per questo è meglio lasciarla tra i fornelli di una cucina dove il più grosso guaio che potrà combinare sarà al massino una frittata bruciata...
Al «duro e puro» Piero Sansonetti, direttore di «Liberazione» sempre pronto a polemizzare con il Partito democratico, che lamentava - lui comunista - l'esclusione dell'ex Dc Ciriaco De Mita dalle liste del Pd, ha risposto, con tagliente sarcasmo, su «Repubblica», l'arguto Sebastiano Messina: «Se a Sansonetti piace tanto De Mita - lo canzonava Messina - perché non lo candida lui?».
Già, Vincenzo, ma perchè escludere De Mita e candidare Sposetti, l'ex tesoriere dei Ds ?
Per me De Mita è una risorsa,uno dei pochi ancora in grado di elaborare un pensiero della politica e dell'azione politica
Giusta obiezione, solo che Sposetti non siede in Parlamento da 40 anni...
O forse vuoi insinuare il sospetto che essendo stato Sposetti quello che ha ripianato i debiti dei Ds con metodi spicciativi, vada per questo tenuto buono?
Son d'accordo con te: con la classe dirigente che ci ritroviamo, De Mita è davvero «uno dei pochi ancora in grado di elaborare un pensiero della politica e dell'azione politica». Ritengo però che tale pensiero possa essere elaborato anche fuori dalle aule parlamentari. Evidentemente lo riteneva anche Veltroni...
Marketing, puro marketing. De Mita, nell'immaginario collettivo, rappresenta la Prima Repubblica. Dunque, erroneamente, il vecchio. Contrapposto ad un nuovo che è solo pubblicitario. E siccome il pubblicitario Walter deve piazzare il nuovo, deve necessariamente sbarazzarsi di ciò che è ritenuto - erroneamente - il vecchio. Sposetti, che è il tenutario dei conti, gli avrà detto: non rompere i coglioni sennò ti dico come "campiamo" il partito.... Come sempre, a destra come a sinistra, pecunia non olet. De Mita, invece, puzzava parecchio. Io però mi sarei tenuto un "puzzone" come De Mita, piuttosto che quella fighetta della Maida...che fa tanto nuovo, ma anche tanto finto....
Vicè, non fare il comunista con me sennò viene fuori la mia anima democristiana....
In questo quanto mai ridicolo panorama politico Italiano, la presenza di donne vip in parlamento è il minor male. E poi se non altro, “impreziosiscono” un quadretto fatto tutto all’italiana maniera, là dove non si capisce più dove finisce la concretezza ed inizia la stramberia. Certo, bisogna ammettere che il turpiloquio non è proprio incline all’indole femminea, per cui le donne non direbbero mai: “questi uomini ci hanno scassato la minchia”, semmai la vagina, e in ogni modo suonerebbe sempre più garbato. Comunque a mio avviso, se i nostri parlamentari sono la proiezione ideologica politico culturale degni italiani, significa che ci meritiamo questo.
Parlare di “nuovo che avanza”, non mi pare esatto, proprio perché una volta si poteva aspirare di vivere di luce riflessa grazie ad un nonno dittatore, ed una zia attrice. Oggi ci vuole solo un po’ più di impegno. Occorre farsi paparazzare alle feste di Briatore. Eppure io avevo solo 10 anni, quando alla fine degli anni 80, una mediatica e quanto mai stravagante Ilona Staller, alias Cicciolina, si presentò alle elezioni italiane nella lista dei radicali di Pannella e venne eletta parlamentare, proponendo il sesso nelle carceri come programma politico, e se non altro lei non prometteva certo ciò che non era in grado di mantenere. A differenza di altri, si sarebbe infatti immolata anche da sola per il “bene comune”. Encomiabile. Ricordo che comunque destò la mia curiosità. Magari, molte ragazze appena affacciatesi alla pubertà pensarono che per compiacere il papà, non occorressero anni di studi, ma piuttosto bastasse semplicemente con molta meno fatica “darla” ai pregiudicati. Oppure, non dimentichiamoci dell’altra faccia della medaglia: la trasformista, ex presidente della camera Irene Pivetti, simpatizzante Lega – Forza Italia, molto più puritana (almeno allora) ma grottesca alla pari della prima. Ebbene, siamo stati governati da lei, che adesso è finita su una figurina dell’album dei vip. Perché dovremmo meravigliarci quindi di come va l’Italia, e di come sono ridicoli i nostri politici, se questi a parer mio, sono l’espressione di un popolo che da vent’anni ad ora non si è socialmente evoluto? I nostri politici sono la proiezione esagerata dei difetti degli Italiani, quindi rappresentano la caricatura di un’ identità sociale che è rimasta bambina. Infatti, c’è da chiedersi il motivo perché ci facciano tanto incazzare questi loro difetti (perdonate il turpiloquio, le femminucce non dovrebbero essere tanto sboccate). Probabilmente li identifichiamo inconsciamente come nostri e li neghiamo. Ad esempio, perché quel presidente della regione “goloso”, abbiamo smesso soltanto adesso di tollerarlo? finalmente abbiamo capito che quei gustosi cannoli, se li tiene tutti per se, e non ce li offre?
Concordo Pippo: il "buonista" Walter sceglie i candidati più per la fotogenia che per le loro reali capacità. Come, d'altronde, altri fanno da 14 anni. Lui si è solo messo al passo coi tempi. Come gli suggeriscono i sondaggisti. Altrimenti che americanizzazione della nostra politica sarebbe? Ma a De Mita (silurato, prima che da Veltroni, dalla "fronda" campana) avevano offerto di dirigere la scuola di formazione politica del partito. Mi riferivo a questo quando scrivevo che il proprio pensiero politico De Mita poteva essercitarlo anche fuori dalle aule parlamentari.
Carissimi prima di tutto credo che di nuovo in questo panorama politico c’è veramente poco, ma anche se non è molto in ogni caso, c’è! Penso che gli italiani sono un popolo di pecoroni che non fa nulla per cambiare lo scenario che viviamo in questo momento e che quindi ogni popolo ha il governo che si merita!
Non trovo nulla di male a consentire anche ad anonimi militanti di paese a costruire percorsi politici, anzi credo che deve essere proprio la gente comune, con delle buone idee, a governare questo paese perché sono proprio loro che sanno veramente quali sono le difficoltà dell’Italia in questo momento.
Per quanto riguarda i partiti ed i politici, non tutti sono uguali, si ha sempre un’altra scelta non esistono soltanto il PD ed il PDL ci sono delle realtà (anche se piccole) che se lo vogliamo veramente possono diventare delle grandi realtà che ci permetteranno di cambiare le cose.
Le quote rosa in questo momento devono essere imposte per arrivare un giorno ad essere una cosa naturale e stai tranquillo caro Nino Ippolito che le donne non rifiutano questa meccanica selezione, perché qualsiasi posto di potere vogliono le donne se lo devono sudare miliardi di volte in più degli uomini, a differenza di voi uomini le donne sono disposte a combattere lealmente per ottenerlo quel posto! Qualora non lo sapeste vi comunico che il nuovo presidente della Confindustria sarà una donna la signora Mercegaglia ditemi voi se questo non è che un passo avanti per questa Italia che pur lentamente sta cambiando.
Che siamo vent’anni indietro a nazioni come la Spagna di Zapatero, la Francia o l’Inghilterra è assolutamente vero, ma che in questi ultimi vent’anni non ci siamo socialmente evoluti non è esatto perché vent’anni fa nessuno si sarebbe sognato di affrontare certi temi all’ora tabù di cui però oggi almeno si parla senza problemi, oppure nessuno vent’anni fa si sarebbe permesso di candidare alla camera una transgender, quindi anche se in lieve misura il popolo italiano si sta evolvendo.
Per concludere, molta gente quel presidente della regione “goloso” non l’hanno mai tollerato e certamente non perché si tiene per se quei gustosi cannoli!
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