30 settembre 2007

Le controindicazioni della comunicazione tecnologica


Il campione australiano di cricket Shane Warne ha erroneamente inviato alla moglie un sms che doveva, invece, indirizzare all'amante. Risultato: la signora Warne ha piantato in tronco l'adultero "canguro", al quale non è rimasto altro da fare che maledire la propria dabbenaggine e rimpiangere il tempo in cui i messaggi viaggiavano con i piccioni. Episodi come quello di cui è stato infelice protagonista Warne si verificano quotidianamente, complice la pervasività di strumenti di comunicazione sempre più tecnologizzati e il loro uso spesso frettoloso. La situazione tipica? L'e-mail inviata alla persona sbagliata...

4 commenti:

Nino Ippolito ha detto...

Caro Vincenzo,
nell’era della riproducibilità tecnica, si riproducono anche le insidie per i fedigrafi…. Comunque, la vicenda offre il pretesto per una considerazione, latu sensu, su come l’uomo contemporaneo sia diventato ostaggio della tecnologia: sms, e-mail, mms, fax, chat. Che da «strumento», diventano «fine». Un esempio banale: le chat potrebbero sostituire, se opportunamente utilizzate, una valida alternativa ad una costosa telefonata, soprattutto quando si hanno parecchie cose da dire. Invece sono diventate il luogo del «cazzeggio», spesso un affollato postribolo per allupati ansimanti in cerca di improbabili amanti. Gli Sms, da discreto ed immediato messaggio, sono diventati una reiterata tortura di sciocchi calembour, con picchi natalizi e pasquaioli davvero insostenibili, spesso pensati dalle compagnie telefoniche per un business che, a catena, coinvolge milioni di utenti.
Est modus in rebus, dicevano i latini. Vi è una misura in tutte le cose. Utilizziamoli dunque come strumenti del «comunicare» sottraendoli a questa degenerazione.
Comunque, ai professionisti della menzogna, fosse pure suggerita da questioni di vita o morte, suggerisco la lettura de «La grande bugia» (ne divoro una cinquantina di pagine a notte tra un abbiocco e l’altro…) di Jermy Campbell; sottotitolo «La necessità e l’utilità della menzogna in natura, nella storia, nella politica, in amore e nelle arti» (Garzanti, euro 24,50).

Saluti

Nino Ippolito

Anonimo ha detto...

Caro collega Nino Ippolito, uno è ostaggio solo se si fa prendere in ostaggio, no ? Penso che sia un problema soggettivo. Avverto, semmai, un problema diverso: la tecnologia sta alienando gli uomini. Meno rapporti umani, meno diuscussioni verbali.

reporter ha detto...

Visto che siamo su un blog di giornalisti vorrei sottoporre alcuni quesiti inerenti la nostra professionalità:.
"Esiste la libertà di stampa?"; "Nell'eserciatare la nostra professione ci sentiamo liberi da condizionamenti?"; "I nostri articoli rispecchiano sempre il vero?", "Cosa ci spinge a scrivere in un territorio dove, ancora oggi, la gente si nasconde la testa sotto terra (come uno struzzo) pur di non esprimere un proprio parere su tematiche che lo riguardano?".
Ieri Libera ha ricordato Mauro Rostagno, mi è dispiaciuto non aver potuto partecipare all'incontro in quanto mi trovavo fuori sede, ma non ho visto, altresì, grande coinvolgimento della popolazione e tantomeno dall'usuale zapping notturno ho notato interesse per un collega che si è fatto uccidere nel tentativo di far aprire gli occhi ad una popolazione di fine anni '80 assopita o forse resa ceca, sorda e muta dall'omerta.
Ed infine, vi siete mai chiesti perchè tutte le iniziative editoriali che non godono delle simpatie politiche degli amministratori di turno sono sempre destinati a chiudere?
Bene. . . questi sono i compiti per questo fine settimana. Meditate gente. . .
Chissa se un giorno da questo blog possa venire fuori un mezzo di informazione serio in cui possa sventolare la bandiera della libertà di stampa e della pari opportunità.
Ciao e buona domenica

Nino Ippolito ha detto...

Caro "Reporter".
la regola principale di un blog è attenersi, per i commenti, all'oggetto del post. Il tuo commento si riferisce ad altri temi. Lo metto ugualmente sul blog perchè domenica sera pubblichheremo un nuovo post, scritto da Alessia Correra, che affronta alcuni aspetti citati nella tua riflessione.
Mi raccomando dunque per il futuro: attieniti all'oggetto del post, altrimenti rischiamo di fare solo confusione

Saluti